Questi "scorci" vogliono essere un modo per rendere accessibile e meno astratto ciò che esprime il progetto di società dei comunisti libertari... Sono ispirati al noto esperimento dei kibbutz – quel movimento di realtà comunitarie sorto in Palestina-Israele quasi 94 anni fa, che ho seguito fin dall’età di 7 anni, ed in cui ho vissuto tra i 16 ed i 32 anni d’età. Quasi nessuno di coloro che stavano nei kibbutz era un comunista libertario. La maggior parte di loro erano invece tutti naZionisti di varie tendenze. Ma, i rapporti interni tra i membri del kibbutz erano di tipo comunista libertario ed il processo decisionale era realmente democratico. E così è stato almeno fino all’inizio del processo di deterioramento, tanto che oggi i kibbutz sono in fase di privatizzazione.
Ri sentì il suono della sveglia. Da quel mattiniero che era, rimase a letto giusto il tempo di godersi la melodia della sveglia, prima di spegnerla. Senza far rumore, per non svegliare la sua compagna Ti, si vestì ed uscì. Si avviò verso il comitato di quartiere.
La grigia luce dell’alba indugiava sul terzo giorno di DD (democrazia diretta) della primavera. L’aria fredda e la voglia di muoversi spinsero Ri ad accelerare il passo, fino quasi a correre per essere in pochi minuti all’ingresso del servizio mensa.
Era stato delegato come ausiliario stagionale a quel servizio, e in quel mattino di DD, toccava a lui controllare che tutto fosse a posto per il nuovo giorno. Controllò la temperatura di varie bevande e zuppe, tirò fuori dal frigorifero le verdure, la frutta e le insalate per la colazione.
Poi si riempì un bicchierone di tè, si tagliò una bella fetta di quella torta che gli piaceva tanto e si sedette al vecchio tavolo con la ribaltina.
Si stava gustando le prime gocce di tè, quando Dana si sedette dall’altra parte del tavolo. Lo guardò con un sorriso caldo ed intimo, come era naturale tra chi era cresciuto insieme nello stesso gruppo d’età quasi come fratello e sorella. Dana era stata mandata per quell’anno nel gruppo organizzativo e toccava a lei verificare che tutti i servizi essenziali fossero a posto – ma doveva anche chiamare dei sostituti per coloro che erano ammalati e non potevano lavorare, oppure per coprire le emergenze ed i lavori non rinviabili nel quartiere o nel distretto.
Poco prima che Ri finisse il suo tè, entrò una comitiva piuttosto rumorosa. Erano persone dirette ad una comune agricola in campagna dove c’era bisogno di aiuto per il raccolto di ortaggi, dal momento che il caldo di quel periodo aveva fatto maturare i pomodori troppo presto.
Ri aveva un compito specifico nella mensa, quello di predisporre i prodotti freschi per lo "chef" responsabile della preparazione dei cibi destinati a persone con una dieta specifica– da quelle che mangiavano alla mensa a quelle che avevano bisogno di cure speciali, come gli anziani non autosufficienti, i degenti dell’ospedale locale, ma anche le persone che avevano problemi di salute tali da impedirgli di recarsi in mensa.
Mentre era concentrato sul suo lavoro entrò Gal, l’aiutante dello “chef” che seguiva la preparazione dei pasti normali. Gal chiese come era andata la riunione del comitato per la formazione il giorno prima. Un imprevisto familiare gli aveva impedito di partecipare.
Finito il servizio per la colazione e completati i preparativi per il pasto di mezzogiorno, Ri se ne tornò a casa e si mise davanti al computer. Insieme alla sua compagna scorse i testi più importanti per la riunione serale dei membri delle comunità di base.
Pranzarono alla mensa, chiacchierando con gli amici, e poi ritornarono a casa. Siccome Ri si era perso il dolce sonno del mattino, entrambi si concessero per sé tutto il pomeriggio con una certa reciproca indulgenza, con quella intimità che avrebbero voluto scambiarsi per tutta la settimana....
L’ora del tè del giorno della DD era in genere dedicato agli incontri familiari. Accompagnati dai loro due figli, era il turno di visita dai genitori di Ti. C’erano anche altri membri della famiglia di Ti, fra i quali suo fratello con la sua famiglia, che stavano in un quartiere alquanto distante - dall’altra parte della città.
Tutti insieme andarono a pranzo a mensa per poter stare ancora un po’ insieme in famiglia. Alla fine del pranzo, ognuno se ne andò per la sua strada – i bambini con i loro amichetti, i ragazzi alle loro attività ricreative, mentre Ri tornò a casa dove riprese il lavoro di lettura dei testi per l’assemblea dei delegati di distretto. Per quell’anno Ri era delegato presso l’assemblea di distretto dei delegati di ciascuno dei 200 comitati di quartiere di riferimento. Nella sala del comitato per la formazione, conversò con altri membri sulle decisioni che il comitato aveva proposto per le assemblee dei comitati di quartiere del distretto nel giorno della DD.
Le proposte toccavano alcuni cambiamenti nel sistema formativo del distretto. Dopo lungo dibattito all’interno del comitato per la formazione ed approvazione della assemblea distrettuale, era stato deciso di portare all’interno dei comitati di quartiere il suggerimento di coinvolgere gli alunni più grandi nella formazione degli alunni più piccoli. Infatti erano stati proprio questi alunni più grandi a farsi in origine portatori della proposta in questione, in seguito ad un progetto informale di sostegno. Se dopo una fase di sperimentazione, tali cambiamenti si fossero rivelati soddisfacenti ed incisivi, la proposta sarebbe stata portata all’assemblea dei delegati della città.
Dopo la cena presso la mensa, gli abitanti del quartiere si diressero verso l’assemblea del giorno della DD.
All’inizio dell’assemblea, presieduta da un esponente del comitato per le relazioni interpersonali, vennero presentati diversi temi e diverse proposte per il dibattito da parte dei membri dei comitati o a titolo personale. Il primo giro di interventi toccò la composizione dell’ordine del giorno, fra temi da discutere subito ed altri da sottoporre ad ulteriore dibattito interno ai comitati specifici o da rimandare ad un’assemblea successiva qualora non ci fosse stato il tempo sufficiente per la discussione. Al pari di altre volte, l’ordine del giorno venne concordato senza ricorrere a votazione sui temi specifici e si iniziò con le delibere sui vari punti in scaletta. Per prime vennero messe a voto formale le proposte dei vari comitati su cui non vi era stata alcuna minoranza contraria al loro interno. Poi, vennero messe in discussione e a votazione le proposte su cui vi era un qualche disaccordo nei comitati oppure richieste di cambiamenti – su alcune si raggiunse un accordo grazie a qualche modifica, su altre si votò ad ampia maggioranza, su altre con maggioranza risicata, per cui l’assemblea risolse di rinviare le proposte ai comitati specifici per un approfondimento al fine di giungere ad un accordo.
Dal momento che sugli argomenti più urgenti si era deliberato velocemente, vi era tempo sufficiente per l’ultimo punto. Ri venne invitato a presentare le sue proposte all’attenzione della assemblea distrettuale. La maggior parte delle sue proposte venne approvata, ma su una proposta del comitato per la formazione si accese una forte polemica. Dato che si era fatto tardi, uno dei membri più infervorati propose di differire la decisione e se non ci fosse stata un’evidente maggioranza a sostegno della proposta tra gli altri comitati di quartiere del distretto, se ne sarebbe riparlato alla assemblea successiva della DD.
Ri si alzò pigramente.. Non c’era da correre quella mattina – la prima dei 5 giorni di festa per la fine dell’anno. Fece colazione con la sua compagna Ti e con la figlia più piccola Di, di soli 6 anni; poi si misero tutti e tre davanti al computer per controllare le statistiche di famiglia.
Guardarono subito I dati relativi ai loro consumi energetici. Nell’anno precedente avevano raggiunto e superato il loro tetto di consumi energetici con alcune decimane (la decimana aveva sostituito la vecchia settimana) di anticipo sulla fine dell’anno, a causa della passione di Ti per la moto. Però, dal momento che nel quartiere il consumo energetico era ben al di sotto dei limiti, la sua richiesta, e di pochi altri, di poter ritoccare la quota di consumi energetici verso l’alto era stata accolta. Per l’anno in corso era finito appena sotto la quota limite.
Poi
guardarono le statistiche dei consumi di Di. Furono contenti di
vedere che la piccola non aveva superato nessuna delle sue quote –
né per i vestiti o per il cibo, né per i dolci o I
giocattoli, ecc.. Inoltre, il dato sui divertimenti era ben al di
sotto della sua quota, così discussero su come utilizzare il
resto, che la piccola Di era decisa a spendere in un giro in
montagna con i suoi 5 compagni di scuola (Le unità formative
di base e le nuove unità degli spazi di soggiorno erano
state adeguate per un numero pari a 6 nati per anno).
I bambini
nascevano in genere alla fine della primavera, per cui i genitori in
attesa si spostavano nelle unità degli spazi di soggiorno dopo
l’autunno, dopo che le gestanti avevano superato gli accertamenti
iniziali. Il nuovo design di queste unità garantiva una
migliore privacy al bimbo ed alla coppia, insieme ad un’assistenza
di 24 ore per I bambini che stavano nel loro gruppo di affinità
finché crescevano e poi passavano a gruppi con i più
grandi.
Poi, passarono un po’ di tempo al centro sportivo dove giocarono un po’ a pingpong . Da adolescenti, Ti and Ri erano stati ottimi giocatori di tennis da tavolo ed avevano partecipato a molti tornei distrettuali e cittadini. E’ in queste occasioni che avevano avuto modo di conoscersi meglio per poi andare a vivere insieme nel quartiere dove viveva Ti. Ora anche la loro piccola Di sembrava calcare le orme dei genitori, anche se era ancora presto per poter dire che quello fosse lo sport che la appassionasse di più.
Come per altre occasioni speciali, Di non si unì al suo gruppo e rimase a pranzo coi genitori, dopo di ché tornò coi suoi amici per la siesta.
Di sopra, il computer lampeggiava. C’erano le ultime notizie economiche: la domanda di prodotti dell’industria della comunità era in calo (specialmente nel settore medico) in seguito ad alcune innovazioni intervenute nelle procedure ospedaliere. Questo significava che la assemblea del comitato di quartiere avrebbe dovuto trovare una alternativa per una parte significativa del lavoro che essi svolgevano per le altre comunità.
Ai membri del consiglio di fabbrica sarebbe stata posta l’urgenza di studiare per tempo alcune alternative da presentare alla prima assemblea del consiglio e quindi per il dibattito preliminare in seno alla prossima assemblea della DD.
Vi erano tre possibili alternative: la prima, incrementare la produzione di altri prodotti o di nuovi prodotti nella vecchia fabbrica della comune. La seconda: aumentare solo il numero dei turni di lavoro dei membri della comune presso un’altra comune, distretto o città. Oppure, infine, costruire una nuova unità produttiva che sostituisse quella obsoleta, cosa che avrebbe richiesto un impegno di lavoro di lunga durata, considerando anche il lungo periodo di formazione necessaria per gli addetti.
Ri and Ti, i quali avevano contribuito in modo significativo ad impegnare parte consistente del loro tempo nella vecchia fabbrica, ne discussero a lungo.
Ti puntava alla terza opzione. Ri,che negli ultimi anni era stato coinvolto nel consiglio di quartiere per la formazione e da poco anche nel consiglio distrettuale, guardava alla possibilità di formarsi come insegnante per poter lavorare poi nel sistema formativo distrettuale. Su questo punto Ri aveva sempre avuto un atteggiamento ambivalente. Sua madre era una stimata insegnante ancora in attività. Però, fin da bambino e poi da ragazzo aveva visto il lavoro da insegnante come troppo serio per lui che invece amava la musica leggera. Tuttavia egli era molto in gamba con i più giovani, tanto che più volte il consiglio per la formazione gli aveva suggerito di fare l’insegnante. C’era stata persino un’occasione in cui, nonostante la sua riluttanza, se n’era parlato nell’assemblea del comitato di quartiere in un giorno di DD, ma alla fine era stata rispettata la sua volontà di non accettare un tale incarico.
Poco dopo Di raggiunse i genitori per il tè coi biscotti e, con grande loro sorpresa, venne anche il figlio più grande Ted. Il quale parlò con eccitazione del piccolo spettacolo teatrale che il suo gruppo di affinità aveva preparato per la festa di quartiere e della possibilità di essere selezionati per la festa del distretto del giorno successivo.
Dagli altoparlanti diffusi nel quartiere iniziò a diffondersi il tema musicale per la festa della sera. Era una musica adottata nel 2060, dopo la rivoluzione, una sorta di magica marcia che accompagnava tutti gli abitanti del quartiere verso la sala della mensa. Tra la folla, vi erano alcuni anziani sulla sedia a rotelle. La maggior parte di loro, come pure alcuni dei veterani “più giovani” che camminavano orgogliosamente, portavano il cappello onorifico dato a coloro che avevano partecipato all’insurrezione che aveva dato il la alla rivoluzione.
Sui tavoli disposti intorno ad un piccolo palco, vi erano i piatti poveri tradizionali del tempo della schiavitù salariale nei duri anni prima della rivoluzione.
Dopo la cena, tutti i gruppi teatrali presentarono, uno dopo l’altro, alcuni quadri scenici sulla vita prima della rivoluzione e sui 50 anni successivi. Poi, sgomberata la sala dai tavoli e dalle sedie, iniziarono le danze, mentre sul palco si susseguivano musicisti locali con brani classici e nuovi.
Quando Di iniziò ad avere sonno, Ti and Ri lasciarono Ted con I suoi amici e ritornarono a casa per mettere a letto la piccola. Dopo il bacio della buonanotte, si assicurarono che un vicino sarebbe rimasto sveglio a badare ai bambini e ritornarono alle danze.
Ri si alzò prima del solito quel secondo giorno di vacanza per le feste di fine anno. Aveva degli importanti impegni in qualità di membro dell’assemblea dei delegati del distretto. Intanto una riunione del consiglio per la formazione in un quartiere vicino.
Durante la mattinata, completò la relazione annuale per l’assemblea dei delegati. Subito dopo pranzo, ebbe una riunione con altri membri dell’assemblea distrettuale. Sebbene le bozze delle relazioni di tutti i consigli fossero già disponibili in rete, non furono affrontate in assemblea poiché quasi tutti i consigli proponevano alcuni punti su cui decidere e da mettere all’ordine del giorno dei comitati di distretto.
Il punto principale posto dal consiglio per la formazione fu quello di intensificare i rapporti e le visite degli adolescenti più grandi presso gli istituti politecnici della città per facilitare il passaggio all’istruzione superiore. La proposta era stata discussa l’anno prima nel consiglio cittadino per la formazione ed alcuni consigli distrettuali ne avevano accettato la sperimentazione, qualora fosse stata approvata dai comitati di distretto e di quartiere. Alla fine venne deciso che la continuità scolastica sarebbe stata approvata dai comitati di quartiere che avrebbero sviluppato un programma speciale per i due gruppi di età maggiore presso la scuola superiore della città.
Alla fine dell’assemblea distrettuale, i delegati ebbero una sorpresa. Vennero invitati alla festa di compleanno per gli 80 anni di Gil, un veterano dei rappresentanti della città al tempo dell’insurrezione che sfociò nella rivoluzione del 2050. Egli era membro di uno dei comitati di quartiere del distretto ed aveva anche partecipato come ospite ad alcune riunioni del consiglio distrettuale. Tuttavia, nel corso degli anni aveva partecipato solo come non-delegato ben accolto alle riunioni delle assemblee dei consigli distrettuali e municipali, sebbene avesse sempre rifiutato di farne parte come delegato ufficiale.
Questo suo lungo rifiuto ad essere delegato nelle assemblee di città o di livello superiore era sempre stato un mistero. E nonostante egli non fosse mai stato un delegato nelle assemblee inter-cittadine, era stato persino proposto all’assemblea mondiale dei delegati per ben 2 volte, ma aveva sempre declinato il mandato.
Giravano voci sul fatto che egli avrebbe colto l’occasione del suo 80° compleanno per rivelare le ragioni di questa sua strana riluttanza ad accettare l’incarico di delegato. Ed infatti, quando la festa stava volgendo al termine, Gil chiese un po’ di silenzio ed iniziò a raccontare:
"Tutti voi sapete che prima della rivoluzione io ero da anni militante della federazione anarchica di specifico del paese. Nell’assemblea dei rappresentanti dell’insurrezione di massa del 2049, ero stato spesso delegato dal collettivo del mio distretto per le riunioni del coordinamento dei vari movimenti sociali di lotta. Sui libri di storia sono descritti gli eventi che nella nostra città portarono alla svolta rivoluzionaria. C’è anche un film su quelle ore critiche che precedettero le esplosioni che distrussero il ponte e che vanificarono gli ultimi tentativi delle forze dello Stato tesi a disperdere i rappresentanti e reprimere la rivolta.. Quel film e gli altri libri di storia su quei momenti cruciali descrivono vivamente il momento in cui io proposi una mozione con cui chiedevo di mettere ai voti se continuare a discutere invano, oppure impedire alle forze dello Stato di entrare in città. Alcune “persone di concordia” mi fecero obiezione poiché vi era una resistenza da parte della sinistra leninista e di altri riformisti, ed il presidente, che era anche il segretario del comitato centrale del loro partito, rifiutò di mettere ai voti la mia mozione..
Come sapete, io ed alcuni compagni lo buttammo giù dalla sedia, io presi la presidenza e chiesi di mettere ai voti la mozione. La stragrande maggioranza approvò e le discussioni finirono. Immediatamente dopo si alternarono brevemente i due classici interventi, uno a favore ed uno contro, seguiti dal voto sulla decisione di bloccare le forze di Stato. Ci fu una grande maggioranza a favore del far saltare i ponti che portavano alla città. Fu allora che la rivolta del 2049 diventò veramente la rivoluzione del 2050.
Ma quello che non sapete e che nessuno ha mai saputo, è che feci tutto di mia iniziativa –al di fuori di qualsiasi decisione o deliberazione collettiva. E’ per questa ragione – e non per una forma di auto-punizione o per lavarmi la coscienza, ma proprio come precauzione contro qualsiasi mia tentazione di avvalermi del potere individuale – che da quel momento in poi mi rifiutai di fare il delegato e di prendere decisioni a nome di altri- fosse anche un mandato specifico o di nessun potere ed autorità"
Tornandosene a casa dopo la festicciola, Ri vide le rilevazioni di Gil riportate da tutti i media – da quelli distrettuali a quelli cittadini fino a quelli mondiali.
Quando entrò in casa era già tardi, trovò Ti ancora alzata e le raccontò tutto con grande emozione....
Ron era stato per anni il migliore amico di Ted [il figlio di Ti e Ri]. Erano cresciuti insieme fin dall’infanzia. Negli ultimi anni avevano fatto di parte di un gruppo creativo che si occupava di teatro e di musica sperimentale. Si erano esibiti in vari distretti della città e persino in città vicine.
Ron aveva completato la sua formazione di base alcuni mesi prima dei suoi coetanei ed aveva deciso di fare un lungo viaggio nell’altra parte del continente. Non aveva problemi di crediti, dato che l’anno prima aveva svolto molte ore lavorando come tutor di musica sperimentale per bambini ed aveva quindi superato la sua quota individuale. Organizzò una bella festa per i suoi amici più cari ed annunciò la sua intenzione di fare questo viaggio durante i 6 mesi che aveva guadagnato completando in anticipo la sua formazione di base.
La festa stava andando bene e tutti si complimentavano con il loro pari-corso che aveva completato prima degli altri la sua formazione di base. C’era solo una persona che se ne stava mogia mogia ed un po’ triste. Era Nora, la ragazza di Ron, che aveva abitato con lui nell’ultimo anno.
Dovevano aver discusso un po’ su questa partenza, visto che Nora aveva chiesto a Ron di aspettare solo per un po’ che lei finisse il suo corso, per poi partire insieme. Ma Ron non le aveva dato ascolto.
Durante il viaggio, Ron si era tenuto in stretto contatto con i suoi amici e la sua famiglia e ancor più con Nora. Ma qualcosa si era incrinato nella loro relazione, per cui fu Nora a fargli sapere che lei avrebbe lasciato la loro casa e si sarebbe trasferita in una nuova casa nel suo quartiere. Passato un mese, lei fece sapere a Ron che stava per andare a vivere con un suo ex-ragazzo che aveva conosciuto molti anni prima nella comune dei pari-età.
Quella stessa sera Ron prese delle sostanze psicotrope e diede fuori di testa durante la sua esibizione nel pub che ospitava i suoi spettacoli, tanto che il pubblico gli chiese di smetterla. Ron che non era ancora emotivamente maturo, rispose in modo disgustoso e mollò anche un cazzotto all’organizzatore del pub.
Ma Ron non sembrava in sé, per cui i due organizzatori del pub chiamarono il servizio di intervento per I casi di intossicazione, dato che sembrava necessario ricorrere moderatamente alle maniere forti per calmarlo. Ron venne portato al pronto soccorso e sottoposto ad un trattamento disintossicante.
Al mattino, era sobrio, dispiaciuto e pieno di rincrescimento. Dopo colazione venne visitato e dimesso e preso in carica per gli accertamenti dal comitato distrettuale per le relazioni interpersonali che era stato subito informato dell’accaduto. (In genere, in simili casi di violazione del protocollo interpersonale, viene chiamato il comitato di quartiere per le relazioni interpersonali, ma siccome Ron faceva parte di un distretto lontano, invece di rilasciarlo era stato chiamato il comitato distrettuale di pertinenza)
Nel caso di Ron, gli accertamenti furono rapidi. Dal comitato per le relazioni interpersonali del quartiere in cui Ron viveva, avevano fatto sapere che si trattava del suo primo caso di offesa ad altri. Per cui, dopo aver udito le testimonianze sugli atti di aggressione commessi da Ron nonché le sue spiegazioni e le sue scuse, il ragazzo venne rispedito a casa dove –col suo consenso- si sarebbe sottoposto ad un trattamento concordato nel suo quartiere. Gli fu anche detto che finché il suo comitato di quartiere non gli avesse dato un avviso di cessata emergenza, egli non avrebbe avuto accesso a nessuna sostanza psicotropa. Così Ron, dotato di un pass, venne riportato a casa per la via più veloce e più breve.
Furono 5 giorni di viaggio piuttosto infelici per Ron, ma quando finalmente arrivò, si recò subito dal comitato di quartiere per le relazioni interpersonali per decidere insieme il da farsi. Il primo provvedimento fu quello di vietare a Ron l’accesso a sostanze psicotrope e a farmaci per 40 decimane. Inoltre, che Ron avrebbe preso parte alle sedute di un gruppo di training autogeno sulla consapevolezza emotiva. Dopo di ché sarebbe tornato ad incontrare il comitato per le relazioni interpersonali.
Ron concordò anche sul fatto che non sarebbe andato a cercare Nora nel suo quartiere e che ogni comunicazione sarebbe stata possibile solo se Nora l’avesse voluto. Venne concordato anche che dell’incidente e delle decisioni prese sarebbero stati informati i media distrettuali per darne adeguata risonanza..
In seguito, durante una riunione con il suo gruppo artistico e con i suoi migliori amici, Ron comunicò la sua intenzione di frequentare con assiduità il gruppo di crescita emotiva per poi iscriversi in città alla scuola superiore per la musica sperimentale.
Il terzo giorno delle feste per la fine dell’anno era dedicato in genere alla rotazione dei mandati presso i comitati di base del quartiere. Da tempo si preferiva far ruotare tutti i comitati in un solo breve periodo.
Il compito principale del Comitato per gli Incarichi durante le decimane precedenti le feste di fine anno era stato la ricollocazione dei membri dei comitati. L’orientamento generale prevedeva che 2/3 dei membri di ogni comitato (vale a dire metà degli abitanti del quartiere) avrebbe ruotato da un comitato ad un altro (l’1/3 restante permaneva nel comitato di riferimento per un anno ancora). Il Comitato per gli Incarichi aveva impiegato numerose riunioni per discutere con le persone il loro mandato annuale..
Le indicazioni del Comitato per gli Incarichi erano disponibili sulla rete informativa già dalla decimana precedente le festività, insieme alla riserva espressa dai singoli membri rispetto ad un eventuale mandato presso un comitato specifico o ai più rari casi di vera e propria obiezione all’indicazione del Comitato per gli Incarichi
Quel giorno Ri and Ti fecero colazione nella zona ristorante della sala delle riunioni della comune. Poi Ti fece il suo turno di lavoro ed assistenza nell’area residenziale delle persone anziane, (dato che essendo ferma la produzione, restavano i servizi essenziali), mentre Ri andò all’assemblea dove erano riuniti tutti coloro che non erano di turno su un lavoro essenziale.
Il primo punto era la delega a componente del Comitato per gli Incarichi. Una donna candidata chiese di non esservi delegata dal momento che aveva già fatto parte del Comitato per 2 anni, appena 4 anni fa. Tuttavia lei promise che si sarebbe resa disponibile se fosse stata richiesta la sua candidatura. Dal momento che si trattava di un’ottima organizzatrice, l’assemblea le propose il compromesso di un solo anno di mandato.
Il secondo punto verteva sull’incarico presso il Comitato per le Relazioni Interpersonali. Il compito di questo Comitato era quello di gestire i conflitti tra le persone che non riuscivano a risolverli in maniera informale, ed anche di affrontare le violazioni dei modelli di relazione interpersonale accettati all’interno della comune, e di procedere d’ufficio anche nei casi in cui non vi erano lamentele da parte dell’offeso. Questo Comitato era uno dei due in cui i membri ruotavano ogni anno, salvo un terzo che vi restava per un anno ancora, ma senza diritto di voto.
Il terzo era il Comitato per il Lavoro. Era uno dei più impegnativi e quindi il più numeroso. Il suo compito principale era quello di regolare il lavoro quotidiano all’interno del quartiere, il lavoro delle persone nel distretto e nella città, nonché la formazione per lavori che richiedono competenze speciali. Richiedevano infatti un forte investimento in formazione, campi come l’ingegneria specialistica, l’aeronautica, la medicina, ecc, per i quali vi erano o troppi candidati oppure troppo pochi.. Alcuni compiti richiedevano speciali caratteristiche personali, mentre altri richiedevano una notevole quantità di lavoro di preparazione prima che i candidati fossero portati in assemblea per l’incarico.
Il compito meno piacevole del comitato fu l’assegnazione d’emergenza di sostituti per persone che non potevano iniziare il loro turno oppure avevano dovuto interromperlo per cause di forza maggiore. A nessuno piaceva l’idea di dover lavorare in un giorno in cui poteva spassarsela. A nessuno piaceva mandare in frantumi i programmi o i sogni di qualcun altro –anche se poteva voler dire cambiare luogo di lavoro. Questi incarichi di sostituzione ruotavano in genere tra i membri del comitato che erano al loro secondo anno di mandato, o che lo avevano già assolto nell’anno precedente di mandato.
C’era anche un sotto-comitato che si occupava della periodica rotazione degli incarichi di lavoro per quelle mansioni per le quali non si presentava nessun volontario. L’incarico più semplice era quello per le mansioni essenziali presso la mensa a fine decimana. Un incarico un po’ più complesso era quello per le funzioni distrettuali o cittadine, per le quali non vi era nessun volontario. Si trattava di occupazioni nel settore agricolo, nel sistema produttivo, oppure nella sanità.
Il Comitato per il Lavoro aveva un compito ancor più delicato, quello di conferire I primi incarichi ai più giovani e quello di cambiare gli incarichi di lungo periodo.
Uno speciale sotto-comitato si occupava del conferimento di incarichi che richiedevano un lungo periodo di formazione.
In genere, il Comitato per il Lavoro poteva assegnare solo incarichi per coprire le emergenze, e la decisione poteva essere contestata entro un’ora, oppure nella riunione di quartiere nella giornata della DD alla fine della decimana.
Invece, tutti gli incarichi di lungo periodo, da quelli di alcune settimane fino a quelli permanenti dovevano essere approvati nella assemblea generale del comitato di quartiere.
Il quarto comitato in agenda era il Comitato per la Produzione. Doveva gestire gli aspetti tecnici dei vari servizi nel quartiere e le unità produttive. Fungeva anche da tramite fra i vari posti di lavoro e l’assemblea di quartiere. A questo comitato erano demandate le decisioni per il rinnovamento tecnologico o per eventuali cambiamenti di produzione nei vari luoghi di lavoro, nonché elaborare indicazioni e proposte al riguardo per la assemblea generale.
Era poi la volta del Comitato di Valutazione, il quale era responsabile dell’applicazione del principio comunista anarchico “da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo I suoi bisogni”. Il Comitato doveva monitorare la distribuzione del lavoro e dei prodotti per i consumi collettivi: istruzione, cibo, assistenza e sanità, infrastrutture ed altro in base ai bisogni. Doveva anche monitorare quanto il territorio dava alla società mondiale e quanto ne riceveva. Monitorava la disponibilità lavorativa dei cittadini in base alle loro capacità. Monitorava la distribuzione delle risorse agli abitanti in base ai bisogni ed in base ad altri criteri. Alcuni prodotti ed alcuni servizi erano distribuiti in base ad un sistema razionale (è il caso dell’acqua e dell’energia), altri classificati come “di lusso” venivano distribuiti in base ad una personale quota globale di valori, al cui interno era possibile scegliere tra mobilio, vestiario, cioccolata, oggetti elettronici, ecc.
Il sesto comitato in agenda era quello per la Formazione, per il quale Ri aveva avuto un secondo mandato. Questo comitato si occupava soprattutto della formazione delle nuove generazioni, dalla nascita all’età adulta matura –affiancando anche interventi di formazione a livello di distretto o di città.
Era l’ora della pausa per il pranzo e per la siesta. La seconda sessione dell’assemblea era prevista per il pomeriggio.
Ti e pochi altri non parteciparono alla sessione pomeridiana perché erano di turno in funzioni essenziali che non potevano essere rimandate. Era in previsione di queste assenze forzate che le proposte erano state rese disponibili in anticipo dal sistema di comunicazione. L’intero sistema dei comitati sarebbe stato sottoposto a votazione alla fine della giornata. Per cui nel pomeriggio Ri poté tornare a casa per prendersi cura dei piccoli: di sua figlia Di e degli altri 5 amichetti del gruppo dei pari età.
La sessione pomeridiana si aprì con il Comitato per le Arti e il Divertimento, per il quale era stato proposto a Ti un mandato annuale. I compiti principali di questo comitato erano quelli di organizzare il lavoro artistico locale per le feste e per i giochi quotidiani, di stimolare e promuovere il talento artistico degli abitanti del quartiere.
La sessione pomeridiana proseguì con il dibattito e la votazione sugli altri comitati.
Toccò al Comitato per gli Hobby che organizzava gruppi e forniva materiali per le attività hobbystiche.
Poi al Comitato per la Salute e l’Assistenza che si prendeva cura di monitorare la salute degli abitanti, far funzionare I servizi sanitari necessari e fungere da tramite con i servizi sanitari a livello distrettuale e cittadino.
Il Comitato per la Salute e l’Assistenza aveva specifiche responsabilità per assegnare gli incarichi per la cura dei piccoli e degli adulti non autonomi. In caso di obiezione ad accettare tali incarichi, si poteva procedere d’ufficio in base a delle procedure già decise dall’assemblea generale, sebbene la persona o le persone che facevano obiezione, potevano contestare l’incarico di fronte all’assemblea generale alla fine della decimana, oppure entro un’ora di fronte ad uno specifico sotto-comitato a livello distrettuale. Ogni nuovo caso, in cui si era di fronte alla eventualità di dover obbligare qualcuno e quindi di restrizione della sua libertà, doveva essere portato entro un’ora di fronte al competente sotto-comitato distrettuale per l’assistenza ed in assemblea generale di quartiere alla fine della decimana. Per esempio, se una persona aveva disturbi mentali tali da costituire un pericolo per sé e per altri, il Comitato per la Salute e l’Assistenza poteva precettare una persona competente ad isolare il malato in questione. Nel caso di un bambino o di un adulto con assistenza continua, tali assistenti potevano essere precettati, mentre in caso di ospedalizzazione di emergenza, poteva essere precettato tutto il team ospedaliero.
Il Comitato per la Casa era responsabile per la distribuzione degli alloggi disponibili in base alle preferenze ed ai bisogni, quindi provvedeva alla pianificazione dell’edilizia abitativa.
Il Comitato per la Sicurezza, che aveva avuto grande importanza soprattutto durante i primi anni dopo la rivoluzione, aveva perso gran parte dei suoi compiti iniziali. Tuttavia, aveva ancora alcune funzioni, fra le quali occuparsi di sospette azioni dolose ai danni del sistema del quartiere o dei suoi abitanti. La possibilità di decidere restrizioni alla libertà di qualcuno era limitata a quei casi in cui si sospettava un danno immediato e poteva durare solo pochi minuti, in attesa in alcuni casi di convocare il Comitato distrettuale per la Sicurezza.
Entro 24 ore da un provvedimento di restrizione della libertà personale di qualcuno, doveva essere convocata l’assemblea di quartiere in seduta straordinaria. L’assemblea aveva ovviamente il potere di mettere fine al provvedimento, mentre il Comitato distrettuale per la Sicurezza poteva contestare tale decisione davanti al Consiglio distrettuale dei Delegati. Se quest’ultimo decideva di impugnare il provvedimento della assemblea di quartiere, questa sua decisione doveva essere messa ai voti in tutte le assemblee di quartiere. Chiunque poteva ricorrere contro provvedimenti di limitazione della propria libertà o di un altro sia davanti all’assemblea dei delegati del distretto che davanti all’assemblea dei delegati della città.
Il Comitato per l’Ambiente si occupava sia dell’ambiente naturale che di quello urbano. Aveva compiti di monitoraggio e, se necessario, poteva denunciare davanti all’assemblea di quartiere qualsiasi danno inflitto all’ambiente dal sistema di quartiere o dai suoi abitanti..
Per ultimo, c’era il Comitato per le Comunicazioni, il quale era responsabile sia dell’infrastruttura tecnologica del sistema di comunicazione che delle comunicazioni stesse, le quali dovevano arrivare a tutti.
E così si giunse alla fine anche della seconda sessione.
Dopo la cena, era prevista la sessione finale a cui non parteciparono solo pochi abitanti, impegnati in compiti essenziali.
La sessione iniziò con una discussione generale sui vari comitati, sulla rotazione degli incarichi e sul lavoro svolto in quell’anno dal Comitato degli Incarichi. Alla fine vennero invitati a presentare una mozione alternativa tutti coloro che avevano obiettato all’incarico che gli era stato proposto. L’ultima votazione fu sull’insieme del sistema di comitati per l’anno nuovo. Quindi l’assemblea venne sciolta e ciascuno si dedicò a ciò che più gli piaceva.
Il quarto giorno delle feste di fine anno era dedicato ai comitati distrettuali.
i
membri dei 25 comitati distrettuali della città avevano
ricevuto la delega durante quello che abbiamo visto era il giorno del
mandato in ogni quartiere. Sebbene ogni quartiere avesse scelto il
proprio delegato, si era in precedenza svolta una votazione generale
in ogni distretto sul livello di popolarità dei delegati
uscenti – 2/3 per ogni assemblea di distretto, con la possibilità
di un secondo mandato annuale per l’altro terzo.
Ri fu tra
quelli che ebbe la delega per un secondo mandato. Dopo aver fatto
una rapida colazione, Ri già pedalava verso il grande
auditorium del consiglio di distretto. L’ordine del giorno
prevedeva il resoconto annuale dei comitati e sottocomitati
distrettuali per i delegati, gli osservatori e gli abitanti del
distretto.
Questi resoconti erano già circolati nel sistema di comunicazione nelle tre decimane precedenti, per cui alcuni punti erano già stati discussi in rete. Alcuni punti erano stati discussi nelle assemblee di quartiere nel giorno della DD, parecchi altri punti erano stati decisi nel quartiere di Ri come in altri e portati all’attenzione degli altri quartieri del distretto. Ogni assemblea di quartiere poteva proporre un proprio punto all’odg del consiglio di quartiere nonché chiedere il dibattito ed il voto su di esso in ogni altra assemblea di quartiere del distretto –sia nella sessione dei resoconti che nelle sessioni regolari di DD di ogni metà decimana. La stessa procedura veniva seguita per le petizioni sottoscritte da almeno 500 abitanti del distretto.
Alla riunione di distretto sui consuntivi c’erano i nuovi delegati, c’erano quelli col secondo mandato, i delegati uscenti ed altri abitanti del distretto che erano interessati.
Ogni sottocomitato sottopose la propria breve relazione a critiche e richieste di spiegazioni per quei dettagli che non erano girati in rete.
La prima relazione fu quella del Comitato per le Deleghe a cui seguì subito la votazione per un Comitato provvisorio che avrebbe formulato le proposte di deleghe ai sottocomitati, da votare nella sessione finale della riunione del consiglio.
Emersero subito due questioni "popolari" con relativa richiesta di ulteriori dettagli: i conflitti denunciati dai sottocomitati per le relazioni interpersonali che si verificavano tra i quartieri del distretto, come pure i conflitti tra singoli abitanti e comunità del quartiere, senza che si fosse riuscito a ricomporli.
Per tradizione, tutti i casi di espulsione di persone dalla comune erano sottoposti al voto nella riunione di distretto, al di là del voto o meno in tutti i quartieri. (Ogni abitante di un quartiere per cui era stata chiesta l’espulsione, poteva chiedere un dibattito a livello distrettuale e far impugnare la decisione di quartiere per votazione generale).
Venivano rivisti tutti i casi di limitazione della libertà personale che si erano verificati nel distretto nell’anno passato e che il comitato di quartiere non aveva saputo risolvere senza ricorrere a provvedimenti di limitazione della libertà personale, sia che si trattasse di pochi minuti o di molte ore, per casi di acuta disabilità mentale o per quei rari casi di grave comportamento anti-sociale..
In quell’anno, infatti, su 100.000 abitanti nel distretto, c’erano stati 17 casi di psicosi acuta, manifestazioni che richiedevano l’intervento delle equipe sanitarie a livello locale e distrettuale. C’erano anche stati i casi di circa 280 persone con patologie psichiatriche, la cui libertà di movimento andava limitata. Inoltre 20 casi di comportamento anti-sociale che gli organismi di quartiere non avevano saputo contenere (da gravi danni alle infrastrutture del quartiere a violenze personali, occorse sotto l’effetto di sostanze psicotrope) e finiti nelle strutture di riabilitazione della città.
Eccezionali provvedimenti di restrizione della libertà per bambini oltre i 3 anni o per gli adolescenti erano in genere a carico degli adulti. Di ogni caso veniva informato il Comitato per la Formazione e, se necessario, discusso in una riunione straordinaria dello stesso Comitato. Ogni caso veniva poi portato all’assemblea di quartiere decimanale.
I nuovi casi di restrizione della libertà per gli adulti afflitti da patologie mentali venivano affrontati con persone disponibili e competenti e subito portati in una riunione straordinaria del Comitato per le Relazioni Interpersonali nonché all’assemblea di quartiere decimanale.
Nei casi in cui la restrizione di libertà per adulti derivava da gravi comportamenti antisociali, era necessaria prima una decisione dell’assemblea di quartiere e poi del sottocomitato per le relazioni interpersonali a livello distrettuale, anche se urgente.
Nell’ultima sessione della giornata, su proposta più del comitato provvisorio per le deleghe che di altri delegati, vennero votati i membri del sottocomitato distrettuale.
Infine ci fu la votazione per la lista da cui eleggere i 10 delegati del distretto da mandare al Consiglio della città. I candidati in lista e magari altri nominativi proposti da altri nel distretto, sarebbero stati votati nelle assemblee di quartiere. I 10 candidati che avessero preso il maggior numero di voti (tra quelli che avevano avuto l’approvazione della maggioranza degli abitanti del distretto) diventavano i delegati al Consiglio della città.
A livello distrettuale, cittadino e nelle più alte assemblee di delegati, la minoranza a livello di quartiere o di distretto poteva delegare suoi rappresentanti presso le istanze superiori. Per cui, vi era un delegato per ogni 400 persone nel consiglio distrettuale, ed un delegato ogni 10.000 abitanti per la assemblea dei delegati della città.
I rivoluzionari avevano già anticipato alcuni cambiamenti fondamentali per la futura società. Alcuni avevano previsto che invece delle cucine delle famiglie nucleari, ci sarebbero state delle cucine pubbliche. Ma, nessuno allora avrebbe potuto immaginare con quanta velocità si sarebbe verificata una tale trasformazione.
Durante il breve periodo di collasso del sistema capitalistico, la gente aveva dovuto far fronte alla forte riduzione sia di energia (elettricità, combustibile, ecc.) che di cibo. Accadde così che il poco cibo disponibile veniva distribuito, quindi preparato e cucinato in piccole cucine di vicinato.
Anche dopo il ripristino delle forniture di energia e di cibo, la maggior parte delle persone preferì il sistema collettivo di ristorazione, trovandolo più conveniente e più gustoso. Di conseguenza la quota di energia pro-capite poteva essere poi usata per altri bisogni personali. Così vennero organizzate e si diffusero le mense con persone delegate per le mansioni esperte ed altri abitanti del quartiere che venivano formati e facevano i turni per le altre mansioni.
Le mense e la gran parte della società diventarono gradualmente vegane. Tutto iniziò ben prima della rivoluzione, quando la catastrofe dovuta all’influenza dei polli fu la prima causa dell’insurrezione che diede inizio alla rivoluzione.
Era l’inverno del 2049. Agli inizi sembrava trattarsi dell’ennesima epidemia di influenza aviaria che minacciava di contagiare le persone. Questo ceppo di influenza aviaria, però, si rivelò particolarmente letale quando passò all’uomo, anche se risparmiava gli altri uccelli. L’unica misura efficace che fu presa fu quella di sterminare tutto il pollame nelle aree rurali del pianeta come pure tutti gli uccelli negli zoo ed in qualsiasi altro posto a contatto con l’uomo (piccioni e passeri compresi). Gli oltre 100 milioni di esseri umani morti prima di prendere quei drastici provvedimenti ed il modo scandaloso con cui il sistema capitalista aveva affrontato l’epidemia furono le cause prime dell’insurrezione popolare.
La mancanza di carne di pollo e di uova fu una delle ragioni del successo delle mense collettive. Il rapido declino nelle forniture di altri tipi di carne e di latte fu un’altra ragione a vantaggio delle mense, dove la cucina preparata da esperti risultava più sana e più gustosa di quella che uno poteva prepararsi in casa.
La diminuzione delle forniture di carne e di latte era una conseguenza della scarsità di disponibilità di petrolio. Il crescente uso dei cereali per produrre un’alternativa al petrolio sottraeva cibo agli animali da fattoria, facendo crescere i prezzi delle loro carni con conseguente crollo della domanda…
Fin dai primi giorni della sua esistenza, la comunità mondiale delle comunità di base prese misure di emergenza per affrontare la riduzione del riscaldamento globale (case ecologiche a gas), i catastrofici uragani e lo scioglimento dei ghiacciai dei poli. Si mise fine allo spreco dell’energia nell’industria delle carni e venne portata al minimo la produzione di fertilizzanti. La necessità di ottenere il compost dagli avanzi di cibo organico al fine di sostituire i fertilizzanti, portò all’abbandono dell’allevamento privato di animali vegetariani. Così, sebbene il fatto di mangiare animali non sia mai stato considerato un’offesa per nessuno in nessuna comunità, nel 2100 era diventata ormai un’usanza passata alla storia.
Era l’ultimo giorno delle feste per la fine dell’anno, giornata dedicata alla democrazia diretta applicata ai più alti livelli della comunità mondiale.
Quella mattina, la sala polivalente del territorio era tutta per il livello dei delegati di città – vale a dire un’area comprendente le cittadine vicine, i villaggi ad esse correlati ed il centro regionale. La sala principale nel territorio era usata per le riunioni di democrazia diretta, per necessità culturali e per i pasti, con pareti scomponibili per creare più ambienti per scopi diversi nello stesso tempo.
In agenda erano previsti dibattiti su vari temi riguardanti i maggiori progetti della città, la quale non aveva ancora compiuto quelle trasformazioni architettoniche da città dell’era capitalista a città dell’era comunista libertaria. C’erano ancora molti palazzoni tipici dei condomini in cui vivevano le famiglie nucleari dell’era capitalista. C’erano ancora molte strade brutte ed asfaltate che aspettavano di essere trasformate in giardini invece di essere ancora mantenute. E c’erano ancora edifici dell’architettura industriale che andavano abbattuti o destinati a nuovo uso.
Vennero portati all’attenzione dell’assemblea generale dei delegati della città alcuni temi già affrontati a livello di quartiere.
La sessione del pomeriggio verteva su problemi riguardanti livelli più alti, quali quello regionale, continentale e mondiale. Su alcuni punti si presero delle decisioni da portare a ratifica nelle assemblee distrettuali e successivamente alle competenti assemblee dei delegati per ulteriori delibere.
(Ogni assemblea di quartiere poteva sottoporre un argomento all’odg della assemblea dei delegati di distretto. E quest’ultima poteva proporre un tema nell’agenda di qualsiasi livello superiore di delegati). La sessione serale affrontò la discussione sulle questioni di competenza della città e per delegare i 10 membri alla assemblea cittadina su una lista di 10 candidati proposta dall’assemblea di distretto più 11 "indipendenti", resi eleggibili da un numero sufficiente di presentatori (1000) e quindi votabili da tutti i quartieri del distretto. Quei dieci che avrebbero preso la maggioranza dei voti nei quartieri del distretto, sarebbero stati i delegati del distretto all’assemblea dei delegati della città.
In più, era previsto un delegato nel consiglio cittadino per ogni 10.000 abitanti nel distretto. Ogni delegato alla assemblea di città o a quella di distretto è immediatamente revocabile se lo decide la metà di coloro che lo hanno delegato. E lo stesso vale per ogni altro delegato eletto nel molteplice sistema della Democrazia Diretta.
Così stava per finire il 50° anno della rivoluzione... e stava per cominciare l’anno delle celebrazioni. Per Ri e Ti, era un anno di svolta per i cambiamenti previsti nell’unità produttiva di apparecchiature sanitarie dove avevano lavorato negli ultimi 20 anni. Tuttavia, non c’era una vera e propria emergenza. Non si attendevano cambiamenti significativi per le decimane a venire. Ri avrebbe continuato a fare la maggior parte dei suoi turni di lavoro come aiutante-chef nella mensa, e Ti avrebbe continuato a lavorare nel settore delle apparecchiature sanitarie, seguendo un corso di formazione per la nuova linea di produzione nella nuova unità. La discussione formale con le decisioni sulla nuova fabbrica ed i lavoratori che vi sarebbero andati era prevista per l’assemblea di fine decimana. Tuttavia, sembrava chiaro sia dalle notizie che circolavano nel sistema di comunicazione sia da voci e discussioni informali, che si sarebbe deciso per la costruzione di una nuova fabbrica a cui delegare tutti quei lavoratori che avevano già lavorato in quella precedente, se lo avessero voluto.
A mezzogiorno, Ti e Ri ebbero una sorpresa. Sebbene la domanda per i prodotti sanitari della loro fabbrica erano in drastico calo, giunse una richiesta urgente per una grossa fornitura. Non era chiaro se si trattasse di un errore a qualche livello del coordinamento del sistema di distribuzione oppure di una crescita della domanda a causa di qualche epidemia. A Ti venne chiesto di fare altre 4 ore di turno nel pomeriggio ed a Ri venne chiesto di fare un turno in fabbrica dopo il suo turno di lavoro a mensa. Del resto il suo periodo di lavoro presso la mensa non sarebbe durato ancora a lungo.
Anche se non erano poi troppo stanchi dopo 2 turni di lavoro, Ri and Ti decisero di rimandare la visita ai genitori di Ri, che vivevano praticamente nell’altra parte della città.
L’indomani, immediatamente dopo pranzo, Ti, Ri, Di e Ron presero la corriera che li portava ad un punto abbastanza vicino alla casa dei genitori di Ri e da lì proseguirono a piedi complice il bel tempo.
Ci fu una bella riunione di famiglia, tanto che Di e Ron potettero giocare coi loro cugini. In un raro momento di nostalgia, i genitori di Ri, sua madre Ann e suo padre Tom, raccontarono la storia dell’insurrezione, quando loro due non erano che studenti.
La gente si stava appena riprendendo dagli orrori dell’influenza aviaria che aveva ucciso circa 400 persone tra studenti, docenti della facoltà e lavoratori dei servizi. All’improvviso iniziarono le tempeste. La luce andava e veniva ed il riscaldamento era a secco. Era già primavera ma era ancora troppo freddo per studiare, internet ed il computer erano scollegati.
Ann e Tom, che erano cresciuti in quartieri diversi della città, non erano politicamente impegnati. Sebbene avessero partecipato con altri studenti alle manifestazioni contro la pessima gestione dell’epidemia da parte delle autorità, non si immaginavano certamente di essere tra coloro che “avrebbero portato la fiaccola o la bandiera” del cambiamento. Sta di fatto che allorché non riuscirono più a seppellirsi nei loro studi, non poterono che unirsi agli altri nella protesta. Ann e Tom facevano il primo anno all’università. Erano entrambi iscritti alla facoltà di Scienze Sociali, nel corso di scienze della formazione. Ann studiava psicologia dell’apprendimento e Tom studiava il trattamento di alunni con bisogni speciali. Si conoscevano appena. La prima volta che si parlarono fu quando vennero coinvolti in una medesima attività all’interno del campus. In seguito, furono tra i primi ad unirsi ai gruppi di studenti che partecipavano alle lotte in città e fu lì che i loro sguardi si incrociarono. Quando le autorità si dimostrarono incapaci di affrontare i problemi, iniziarono le riunioni e le iniziative a livello di strada e di vicinato per minimizzare i danni. Ann e Tom furono tra quelli che portarono questa modalità organizzativa all’interno dell’università. Mentre raccontavano, Ann e Tom si facevano prendere sempre di più dalla nostalgia. I loro volti e le loro voci tradivano le loro emozioni come se fossero ancora lì in quel tempo….la rabbia, l’eccitazione, l’empatia e la gioia di prendere il futuro nelle proprie mani.... Vennero entrambi delegati dai loro colleghi all’assemblea universitaria dei delegati e poi all’assemblea cittadina dei delegati. La loro relazione divenne stabile. Ora Ann compiva 69 anni.
Era già ora di cena e tutta la famiglia si affrettò verso la mensa. Non c’era molta gente e Ri ripensava a coloro con cui era cresciuto e che non era riuscito più ad incontrare così spesso come avrebbe voluto. Dopo la cena tornarono da Ann e Tom, ma la magia del racconto e della nostalgia erano svaniti.
Il tempo di scambiare ancora qualche chiacchiera e poi Ri e la sua famiglia se ne tornarono a casa, facendo a turno nel tenere in braccio la piccola Di, che era già mezza addormentata.
Per tutta la decimana, c’era stato un grande traffico sul sistema di comunicazione per quanto riguarda la locale fabbrica di apparecchiature mediche –soprattutto sulla sezione della rete del quartiere di Ri, ma anche su quella del comitato distrettuale per la produzione.
La grande maggioranza di coloro che facevano regolari turni di lavoro presso la fabbrica, optavano per costruire una nuova unità al posto di quella vecchia. Avevano garantito un impegno a lunga scadenza, per cui il corso di formazione necessario non sarebbe stato uno spreco. Il sottocomitato distrettuale per la produzione che aveva raccolto informazioni pertinenti, suggerì che la nuova fabbrica recuperasse alcune componenti e macchinari della vecchia fabbrica. Proposero inoltre che dai quartieri vicini potessero giungere lavoratori in pianta stabile. Alcuni abitanti dei quartieri vicini che in passato avevano lavorato saltuariamente nella fabbrica, si dichiararono d’accordo nel lavorarvi regolarmente, con un incarico di lungo periodo.
Anche se sembrava una questione complessa, la soluzione venne trovata abbastanza facilmente tramite una comunicazione preliminare informale che era già stata preannunciata nell’assemblea di quartiere da parte del comitato per la produzione e che ottenne un voto unanime.
I passi da fare ancora non erano che una formalità – la ratifica da parte dell’assemblea di distretto e delle assemblee di tutti i quartieri del distretto. In seguito ci sarebbe stato il mandato per coloro che avrebbero lavorato nella nuova fabbrica, provenienti sia dal quartiere di Ri che dai quartieri vicini.
Questo progetto era un po’ un ibrido, dal momento che le fabbriche ricadevano sia nel sistema distrettuale che in quello di quartiere. In questo caso si era scelto che fosse di competenza del quartiere (grazie alla più flessibile gestione dei turni dimostrata) ma con lavoratori regolari dei quartieri vicini (dal momento che la fabbrica aveva bisogno di un numero di lavoratori stabili superiore a quello che il quartiere poteva garantire)
L’importanza di un tale posto di lavoro nel quartiere permetteva di gestire in modo più flessibile l’inclusione tra i lavoratori di persone con limitate capacità.
Nella stessa assemblea, fu presa la decisione di dare un’alternativa a coloro che non volevano essere inclusi tra i lavoratori stabili presso la nuova fabbrica. Fu il caso di Ri, il quale ebbe il mandato presso il sistema formativo distrettuale. Avrebbe iniziato come tutor presso il ginnasio – la “scuola superiore” frequentata dai ragazzi più grandi del quartiere di Ri e dai quartieri vicini. Venne deciso che alla fine del suo lavoro di aiuto-chef alla mensa, Ri avrebbe iniziato il tirocinio per quel nuovo incarico.
In relazione a questo, venne discusso in assemblea un secondo tema sulla affidabilità dei membri del quartiere delegati a ricoprire incarichi a livello distrettuale. In particolare si faceva riferimento al triste caso della revoca del mandato ad un membro della comunità che per anni era stato delegato come chirurgo presso l’ospedale distrettuale. Di recente c’erano state diverse lamentele sul suo lavoro, sia sul piano professionale che su quello delle relazioni interpersonali con Io staff medico ed i pazienti. Il comitato per le relazioni interpersonali e quello per il lavoro avevano già affrontato il caso e trovato una possibile soluzione per uscire dalla spiacevole situazione. Insieme al dottore, erano giunti alla conclusione che la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di trasferire il suo incarico dall’ospedale distrettuale al presidio medico del quartiere. Quindi dopo un breve confronto in assemblea, il suo mandato presso l’ospedale distrettuale venne revocato e trasferito nell’unità sanitaria del quartiere.
Ilan Shalif
(traduzione dall’inglese in italiano a cura di Donato Romito)